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Locandina – pieghevoli

aniceto molinaro
sacerdote e filosofo

1936-2011
Quattro giorni di riflessione e studio sulla figura e il pensiero
Codroipo (Udine) 22-25 novembre 2012

aniceto molinaro

sacerdote e filosofo
1936-2011
Quattro giorni di riflessione e studio sulla figura e il pensiero
Codroipo (Udine) 22-25 novembre 2012


Omaggio a un servitore della Sapienza

Il 25 Novembre, verso sera, circondato dalle persone che lo hanno sempre amato, Aniceto Molinaro chiudeva gli occhi sulla scena di questo mondo.
Un cenno di saluto, uno sguardo pieno di affetto e l’ingresso sereno nel giorno ottavo, inaugurato dal Risorto. Aveva 75 anni.
I suoi funerali sono stati per molti una rivelazione. Nessuno immaginava che quella figura antica, dall’incedere monastico, che camminava pensosa lungo gli sterrati di Passariano o quel prete anziano che con parole semplici riusciva a far assaporare le profondità del mistero… potesse celare in sé una cultura così vasta e vantare contatti e relazioni con i maggiori protagonisti della filosofia e teologia internazionali.
Nasce sulla scia di questo stupore il desiderio di collocare qui, nella sua terra d’origine e di riferimento, quello che siamo convinti sarà il primo di una lunga serie di eventi che studieranno il suo pensiero. La nostra prima preoccupazione è stata quella di sollevare il velo del riserbo che ha custodito la biografia e l’opera di Aniceto Molinaro, sacerdote e filosofo. Riteniamo importante che sia reso noto il suo contributo non per celebrarne la grandezza, cosa che lui non avrebbe mai approvato, quanto perché possa realizzarsi il suo desiderio di contribuire alla crescita umana, culturale e spirituale del nostro tempo. E abbiamo fatto di tutto perché questo viaggio avesse il suo inizio qui, in quel piccolo borgo di Passariano da cui lui, malgrado la lunga esperienza romana, non è mai partito definitivamente e nel quale ha deciso di trascorrere come un di vualtris gli anni ultimi della sua esistenza.

Leggendo le parole dei suoi diari si comprende come non abbia mai tradito la forma spirituale ereditata dalla gente di questa terra. Gente costretta a vivere dell’essenziale ma mai supina, assoggettata nel corso dei secoli a vari dominii senza mai barattare la libertà della propria coscienza. Gente libera nel ricondurre ogni evento e ogni pensiero alla soglia del mistero di Dio, ultimo interlocutore della coscienza umana. Molte volte fra le pagine dei suoi diari si legge il travaglio di chi ha raggiunto un nodo essenziale della sua ricerca.
E lì, sulla soglia, la scelta del silenzio e della preghiera: «su questo dovrò fermarmi e pregare a lungo».

Questo e molto altro ci autorizzano a dire che mons. Aniceto non è stato solo un grande uomo di cultura ma soprattutto un servitore di quella Sapienza che ha «amato più della salute e della bellezza, ha preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta» (Sap 7,7-10).

Mons. Ivan Bettuzzi
Vicario foraneo di Codroipo


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